Il nostro essere precari ci pesa,ma non possiamo vivere pensando solo a questo.
Chi siamo
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Operatore Gianluka
Nei meandri del nostro archivio abbiamo trovato questa intervista non pubblicata.
Classificatela ma soprattutto valutatela voi.
Un saluto a Gianlu,un amico di play.
Si ringrazia inoltre Ryo,per averci aiutato a scegliere le domande per questa intervista.
Vi consigliamo di leggere alcuni commenti di Ryo nei vari post(vedi " Il call center gay? .. " ecc),ma soprattutto vi consigliamo il suo blog : Diario di un emigrato Sardo in Germania
Visitatelo,e lasciate commenti!
Un saluto a te Ryo,a Deny,e alle coperte stile "vasca da lavoro"!
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This is Call Center?
Aiutaci anche tu ad arricchire il post con altre storie vissute in prima persona o trovate sul web.
Rammentiamo di riportare i link in cui si trovano le testimonianze.
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La segretaria
Caro Direttore,
due settimane fa ho compiuto 42 anni.
La mattina del mio compleanno mi sono alzato ed ero un po' giù di morale. Sono andato a fare colazione sperando che mia moglie mi dicesse "Buon Compleanno!" e mi facesse una sorpresa dandomi un regalo. Invece mi ha detto solamente:"Buongiorno".
I miei figli si sono seduti a tavola e l'unica cosa che mi hanno detto è stata: "Abbiamo bisogno di un aumento della paghetta !". Così sono andato a lavorare ancora più depresso.
Appena entrato in ufficio, pero', la mia segretaria (25enne e carina) mi è venuta incontro esclamando: "Buon Compleanno!".
Mi sono sentito subito meglio: per lo meno qualcuno se ne era ricordato!
Ho lavorato normalmente fino a mezzogiorno quando la segretaria mi ha chiamato proponendomi di andare a mangiare insieme; ho accettato dicendole che era la proposta migliore che potesse farmi. Abbiamo scelto un ristorante molto accogliente, abbiamo mangiato con calma e poi siamo andati da un'altra parte a bere un drink.
È stato tutto molto bello e mentre tornavamo in ufficio la segretaria mi ha detto: "Visto che oggi è un giorno speciale, perché anziché tornare subito al lavoro non andiamo a casa mia a rilassarci un po'?".
Le ho risposto allibito che era un'ottima idea.
Appena entrati nel suo appartamento, lei mi ha detto: "Se non le dispiace desidererei mettermi qualcosa di più comodo." Io le ho risposto che non c'era alcun problema... e così se ne è andata in camera sua.
Dopo tre minuti ne è uscita .... con una grande torta di compleanno, seguita da mia moglie, dai miei figli e dai miei amici con i quali cantava in coro: "Tanti auguri a te, tanti auguri a te!", mentre io ero in piedi in mezzo al salotto, nudo, con addosso solo un paio di calzini corti.
Adesso mi dica:
Le sembra giusto che io non abbia la possibilità di licenziare quella testa di cazzo della mia segretaria?
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Don Ettore Cannavera -Un pensiero da "La Collina"
Precariola - Associazione 5 Novembre - Precarinlinea unite per intervistare Don Ettore Cannavera , fondatore della comunità di accoglienza "La Collina" ,rivolta a giovani-adulti, di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, che vengono affidati dalla Magistratura di Sorveglianza come misura alternativa alla detenzione.
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Vamos con lo "STRUSCIO"
COME OTTENERE FACILMENTE QUALCOSA IN AMBITO LAVORATIVO CON MOVENZE HOT O ATTEGGIAMENTI UN PO' PICCANTI....
ATTENDIAMO VOSTRI RACCONTI
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SCHIAVI MODERNI di BEPPE GRILLO
premio Nobel per l’Economia
Caro Beppe, dall’Italia mi giungono notizie allarmanti: la legge sul primo impiego viene ritirata in Francia dopo poche settimane di mobilitazione studentesca e da voi la legge 30 resiste senza opponenti dopo anni.
Permettimi allora una breve riflessione. Nessuna opportunità è più importante dell’opportunità di avere un lavoro. Politiche volte all’aumento della flessibilità del lavoro, un tema che ha dominato il dibattito economico negli ultimi anni, hanno spesso portato a livelli salariali più bassi e ad una minore sicurezza dell’impiego.
Tuttavia, esse non hanno mantenuto la promessa di garantire una crescita più alta e più bassi tassi di disoccupazione. Infatti, tali politiche hanno spesso conseguenze perverse sulla performance dell’economia, ad esempio una minor domanda di beni, sia a causa di più bassi livelli di reddito e maggiore incertezza, sia a causa di un aumento dell’indebitamento delle famiglie. Una più bassa domanda aggregata a sua volta si tramuta in più bassi livelli occupazionali.
Qualsiasi programma mirante alla crescita con giustizia sociale deve iniziare con un impegno mirante al pieno impiego delle risorse esistenti, e in particolare della risorsa più importante dell’Italia: la sua gente. Sebbene negli ultimi 75 anni, la scienza economica ci abbia detto come gestire meglio l’economia, in modo che le risorse fossero utilizzate appieno, e che le recessioni fossero meno frequenti e profonde, molte delle politiche realizzate non sono state all’altezza di tali aspirazioni. L’Italia necessita di migliori politiche volte a sostenere la domanda aggregata; ma ha anche bisogno di politiche strutturali che vadano oltre e non facciano esclusivo affidamento sulla flessibilità del lavoro. Queste ultime includono interventi sui programmi di sviluppo dell’istruzione e della conoscenza, e azioni dirette a facilitare la mobilità dei lavoratori. Condivido l’idea per cui le rigidità che ostacolano la crescita di un’economia debbano essere ridotte. Tuttavia ritengo anche che ogni riforma che comporti un aumento dell’insicurezza dei lavoratori debba essere accompagnata da un aumento delle misure di protezione sociale. Senza queste la flessibilità si traduce in precarietà. Tali misure sono ovviamente costose. La legislazione non può prevedere che la flessibilità del lavoro si accompagni a salari più bassi; paradossalmente, maggiore la probabilità di essere licenziati, minori i salari, quando dovrebbe essere l’opposto. Perfino l’economia liberista insegna che se proprio volete comprare un bond ad alto rischio (tipo quelli argentini o Parmalat, ad alto rischio di trasformazione in carta straccia), vi devono pagare interessi molto alti. I salari pagati ai lavoratori flessibili devono esser più alti e non più bassi, proprio perché più alta è la loro probabilità di licenziamento.
In Italia un precario ha una probabilità di esser licenziato nove volte maggiore di un lavoratore regolare, una probabilità di trovare un nuovo impiego, dopo la fine del contratto, cinque volte minore e fino al 40% dei lavoratori precari è laureato. Ma se li mettete a servire patatine fritte o nei call-center, perché spendere tanto per istruirli?
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QUALE CGIL?
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Leggi-canaglia
1) Maltrattamenti in famiglia
2) Stupro e violenza sessuale
3) Furto con strappo
4) Omicidio colposo per norme sulla circolazione
5) Omissione di soccorso
6) Porto e detenzione di armi calndestine
7) Usura
8) Traffico di rifiuti e associazione per delinquere
9) Rapina
10) Furto in appartamento
11) Sequestro di persona
12) Immigrazione clandestina
13) Sfruttamento della prostituzione
14) Reati informatici
15) Circonvenzione di incapace
16) Detenzione di materiale pedo-pornografico
17) Falsificazione di documenti pubblici
18) Bancarotta fraudolenta
19) Detenzione di documenti falsi per l’espatrio
20) Aborto clandestino
21) Incendio
22) Incendio boschivo
23) Corruzione giudiziaria
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Ebetolandia -Orrori ortografici da correggere-
In questo post verranno inseriti tutti quei commenti squallidi che tendono a correggere gli errori ortografici degli altri commentatori.
Per adesso,simpaticamente,riporteremo i commenti dagli altri post,cercando di far comprendere ai visitatori fino a quanto si possa cadere in basso.
Ed è qua,ad Ebetolandia,che questi commentatori possono trovare casa,sposarsi,e vivere felici,realizzandosi.
Si,quà continueranno indisturbati a fare le loro "porche" correzioni,senza rovinare,sterilizzandole,le discussioni degli altri post.
Un chiaro esempio è il manifesto diffuso da uno dei tanti pseudocolti : "PIU' TI AVVELENI PIU' MI DIVERTO"
Noi non creiamo post per simili disturbatori.
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Leccaculo e offrigelati
Dedicato a due dei temi trattati maggiormente negli ultimi periodi in tutti i post.Sperando che i commenti rimangano circoscritti a questo post,e non dilaghino negli altri.
Saluti da Precariola.
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…Il call center gay? ..

Il call center gay? ..Leggenda metropolitana o nuova figura-icona del multivariabile repertorio gay? ..Non so.. Però riflettendoci è incredibile non poter prendere in considerazione che il telefonista-venditore è entrato prepotentemente nella realtà gay… Oggi viviamo tutti una situazione di precariato quanto assurdo quanto travolgente.. ma è anche vero che la percentuale di telefonisti e telefoniste gay è in continuo aumento.. e l’ironia che contraddistingue il popolo gay ne fa un fenomeno non solo di denuncia ma un vero e proprio fenomeno di costume che diventa un qualcosa a cui ispirarsi e di tendenza… Penso alla telefonista del callcenter di Markette…
Un tempo era il fenomeno disco… Oggi è il fenomeno callcenter che si candida come nuova icona gay... E si sa.. metti anche solo due gay insieme e il tuo posto di lavoro diventa un pride…
Ragion per cui in contemporanea con il Pride di Bologna ho colto l’occasione per scrivere di questo fenomeno che farà sicuramente parlare e perché no anche sparlare…
Oggi le realtà gay entrano prepotentemente nel quotidiano. E’ evidente la volontà di cambiare con la richiesta di leggi che tutelino questi nuovi cambiamenti, le nuove unioni e le nuove famiglie. Un tempo parlare di omosessualità era più che un tabù.. Dagli anni cinquanta però anche se in ombra, c’è una gran voglia di parlarne; grazie ai nostri padri e madri attivisti gay, alla televisione e all’arte, alla moda e alla carta stampata, il mondo intero comincia a guardare a quel mondo carico di ironia, colore e patinato promuovendolo come fenomeno di costume. Basti pensare al glam rock.. dove non esisteva più la distinzione tra maschile e femminile anche se in un mondo ancora troppo virtuale dove ancora non si parlava apertamente di omosessualità. Ma era già una porta aperta… Dalla moda alle dragqueen, da Andy Warhol agli anni Ottanta però tutto spruzzava di fenomeno gay.. Il gay power era solo all’inizio
Oggi molto è cambiato.. Il mondo gay è sceso in piazza per chiedere ed ottenere i suoi diritti di riconoscimenti e di tutela… Molto è stato fatto.. ma i traguardi sono ancora tanti da raggiungere.. Pensiamo alle differenze legislative che vive il nostro bel paese a confronto con la cattolicissima Spagna… Lo stato-chiesa è veramente così tanto potente da mettere bocca su realtà che devono avere il proprio riconoscimento legislativo? Pensiamo anche a quanto la Sinistra della vecchia legislatura ha rallentato i tempi per l’emanazione di leggi che rappresentavano un punto forte all’interno della loro campagna politica… o al trattamento veramente poco dignitoso che ha avuto l’onorevole Luxuria all’interno del Parlamento e nel suo lavoro da parlamentare… Ma perché è ancora difficile superare questa soglia? ..Mi ricordo ancora il mio primo Pride… Nel duemila a Roma… Se ne parlava come se Roma avesse aperto la Porta Santa al demonio… Ma che figura ci facciamo davanti al mondo intero?
..Cosa dice invece il nuovo governo sulle realtà gay?
L’onorevole ministro delle Pari Opportunità ex soubrette (…e forse ci piaceva di più) Mara Carfagna dice che “i gay non sono più discriminati.. per cui non si può pretendere per le coppie omosessuali riconoscimenti simili a quelli garantiti alle famiglie, né patrocini del governo a manifestazioni che corrispondono più a logiche esibizioniste che ad altro..” Per non parlare quando in materia di Dico definiva gli omosessuali “costituzionalmente sterili” per il fatto che non procreano e quindi non possono costituire una coppia o tanto meno una famiglia… O quando invitò l’onorevole Luxuria a operarsi per non aver più il problema di quale bagno del Parlamento usare…
Alla faccia dell’Omofobia… Ma veramente gli italiani si sentono rappresentati da un ministro che spara così tanto a zero? E il nostro Presidente del Consiglio che dice? ..Sorride… ricordo solo un suo intervento sotto forma di barzelletta su cui definiva l’aids un pesticida per i gay…
Che ridere….. Potrei stare male.. Ma come dargli torto.. ha pure un numero considerevole di sostenitori gay capeggiati da Signorini… Forse meglio dire.. Che culo!…
Ho fatto questo lungo discorso perché incide veramente tanto la realtà politica su quello che offre il mercato del lavoro, e l’assenza di leggi che tutelino gli omosessuali fa sprofondare tutto ciò nella situazione di instabilità a cui oramai siamo abituati un po’ tutti… Facciamoci due risate comunque alla faccia loro… Il pregiudizio è ancora tanto pesante per chi vive questa situazione e chi ci ascolta, ma lavorare attraverso un filtro telefonico rende decisamente più facile sopravvivere in un paese che non tutela le realtà che cambiano… E così si diventa star dell’apparecchio telefonico… Incondizionatamente.. Senza pudore…Cercando di ascoltare, capire e colpire.. trasformandosi ogni volta nella voce che tutti aspettiamo.. Come una maschera, un vestito… Questa è la figura-icona che ne viene fuori…
Un po’ come avviene a teatro, come vivere un personaggio… per dimenticare anche la pressione mentale di questo lavoro.. e avendo un’icona come la Raffa nazionale che del telefono ne ha fatto più che uno status di espressione unica e irriverente.. per non parlare delle ragazze di Non è la rai.. quello che ne viene fuori è un ritratto tagliente, incisivo, diretto e accattivante senza precedenti…
Ho visto operatori telefonici diventare iene al telefono… mostri di venditori capaci di far scuola all’interno dei loro callcenter a casalinghe, laureati, studenti… tutte le categorie sociali. Operatori telefonici che chissà perché son tutti gay…
La loro arma vincente..? Charme.. Fascino.. e Seduzione…. Che tradotto in conti di fine mese significano tanti soldi….
In anni in cui Sex and the City diventa un vero e proprio manuale di sopravvivenza.... riuscirci ai giorni nostri diventa un’odissea… Il caro vita incombe e aspettare un assegno familiare o qualsiasi altro contributo sociale per un facente parte di una società che il governo non tutela e a cui non fa sconti nemmeno sulle tasse è veramente poco chic… cosi il motto diventa:
“Non prendetevela… Prendetevi tutto…”
e il callcenter è uno dei tanti luoghi dove applicarlo…
Cosa dire in conclusione…? Mi piacerebbe che questo piccolo articolo non rimanesse solo uno dei tanti… Uno sfogo o una finestra aperta e già richiusa per la valanga di pensieri che vi potrebbe travolgere… Spero però che tutto il mio discorso sia servito abbastanza per colpirvi nel vivo…
Per cui la conclusione la lascio a voi.. Avete la possibilità di lasciare tutti i commenti che volete.. Essere spudorati… ironici… Spietati… Buon divertimento…
Andrea Mascia
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La vita nei call center tra soprusi e produttività
di Roberto Guidi*
La generazione dei call center vive l’era della legge 30, nella completa incertezza di un futuro che non arriva mai, e riesce ad avere solo occasioni di lavoro poco qualificate, poco retribuite, poco stabili e poco tutelate, con ricorrenti e prolungati periodi di totale assenza di lavoro e di reddito.
* precario call center
Da "L'Altra Sardegna" Maggio '08
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La vita nei call center tra soprusi e produttività
di Marco Maffei*
Disperazione, carriera fallita, bollette, affitto e tasse universitarie: chi lavora nei call center può avere molte motivazioni. E’ il solo lavoro dove vieni assunto quasi sempre, anche senza curriculum. Un settore perennemente in cerca di personale. Gli operatori outbound, prevalentemente donne, hanno un’età che varia dai venti ai cinquant’anni, la maggior parte ha un’istruzione media superiore. Molti sono alla prima esperienza lavorativa, altri hanno già fatto gavetta nel campo, lavorando mesi o anni in altri call center. Pensare a una sala con tante postazioni occupate da laureati, con lunghi curriculum e grandi capacità, può essere sconfortante. Ma solo se non si ha idea di cosa sia in Sardegna il mercato del lavoro.
Nella maggior parte dei call center outbound, non c’è possibilità di crescita, né immediata, né a lungo termine, anche se nel colloquio ti viene garantita una grande opportunità di progredire. Magari potrebbero capitare determinate forme di nepotismo o favoritismo, ma sono situazioni assai rare.
Gli operatori sono l’ultima ruota del carro. Vengono affiancati dai team leader,che hanno il compito di coadiuvare e facilitare gli operatori nello svolgimento del loro lavoro. A capo del coordinamento dei team leader, c’è un supervisor, mentre al vertice aziendale c’è il call center manager, una figura che determina le linee guida della gestione aziendale. Il committente, titolare dell’azienda, acquisisce le commesse direttamente dalle grandi imprese fornitrici, oppure da call center terzi. Nella maggior parte dei casi i team leader e i supervisor sono ex operatori che dopo anni di telefonate e gavetta sono cresciuti, soprattutto all’interno della stessa azienda. Dopo il fardello del contratto a progetto, il rapporto con queste figure lavorative rappresenta spesso per gli operatori un conflitto costante. Pretendono il massimo per ciò che riguarda professionalità, serietà, impegno, ma soprattutto produzione. Negli anni di esperienza nei call centers outbound, ho avuto la possibilità di conoscere molti team leader e ho notato che spesso non sanno come motivare l’operatore, allora pensano di riuscirci urlandoci contro, facendoci stare ancora peggio. In alcune aziende la strategia più utilizzata è quella di ignorarci, smettere di parlarci, finché non riacquistiamo la produttività perduta. In assenza di tutele nel settore outbound, la dimensione del lavoratore del call center è concentrata in forme di approccio individualistiche ed egoistiche: da un lato gli operatori altamente produttivi, dall’altro quelli scarsi. C’è chi in silenzio difende lo stato di cose, ma quelli che alzano la voce, lo fanno creando un dialogo individuale con il datore di lavoro, quasi mai coinvolgendo il sindacato. Chi si ribella, non solo può essere visto in maniera negativa dai coordinatori di sala, ma anche dagli operatori stessi. Il futuro delle migliaia di lavoratori e lavoratrici dei call center outbound cagliaritani, deve necessariamente passare per il superamento dei contratti a progetto e la stabilizzazione. Solo estendendo i diritti con l’applicazione dei contratti nazionali potremmo riacquistare un’identità collettiva e una coscienza sociale.
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Politika & Antipolitika
Abbiamo intervistato due operatori;il compagno Loddo e il professor Mascia.
Quello che abbiamo ottenuto è un'intervista interessante con risposte argute e divertenti.
Un ringraziamento particolare a Mister Giorgio per il suo apporto tecnico.
Grazie Giorgio.
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IL MONDO DEI CALL CENTER E LA POLITICA
In quale misura la politica è presente e dibattuta all'interno dei call center?
Qual'è il livello di interesse per le vicende politiche che riguardano da vicino noi operatori telefonici?
Parlando per esperienza diretta, posso tranquillamente affermare che prevale un grande disinteresse nei confronti della politica odierna all'interno del mondo dei call center. Questo è quel che forse accade anche in altri ambiti lavorativi, ma la situazione dei call center rappresenta a mio avviso lo specchio dell'odierna società italiana, soprattutto per il tessuto sociale che costituisce il call center: si va dagli studenti che hanno rinunciato ad una carriera universitaria per immettersi subito nel mondo del lavoro, agli studenti che alternano i loro studi universitari a qualche ora lavorativa come operatori telefonici, per giungere alle signore che oltre a dedicare il loro tempo alla casa e alla famiglia trovano nel call center una realtà lavorativa che permette loro di guadagnare qualche soldo utile per le spese familiari, oltreché di farle stare a contatto con la gente, telefonicamente e non; per finire con chi, perchè particolarmente portato o perchè non trovando un lavoro migliore, ha sposato il mestiere di operatore telefonico come "lavoro della vita"... una sorta di Babele dei lavoratori insomma!
L'ambiente del call center è lo specchio di una società che esprime un profondo disinteresse nei confronti delle decisioni politiche prese dai nostri parlamentari, viste quasi come attività per pochi eletti (in senso figurato e non). Non ci si rende conto invece di come tali decisioni prese in ambito governativo gravino pesantemente sulla testa dei lavoratori, specie su coloro che, assunti con contratti CO.CO.PRO. come la gran parte degli operatori telefonici, subiscono le diverse angherie insite nella legge 30 che riguarda loro da vicino.
Vi è al momento quasi una sorta di generale convinzione che gli affari politici siano un qualcosa di distante dalla vita quotidiana, e non ci si rende conto dell'importanza che riscuotono molte delle decisioni prese in sede governativa, soprattutto quelle d'ambito lavorativo.
Ci vorrebbe parecchio tempo per annoverare tutte le volte in cui ho dovuto raccogliere da terra i gioielli di famiglia di fronte ad alcune affermazioni che riguardavano la politica attuale, espresse all'interno del call center in cui lavoro da colleghi che sicuramente erano male informati sulle vicende politiche di più stretta attualità... Parafrasando Blade Runner in maniera del tutto personale, potremmo dire che "ho sentito cose che voi umani non potete sentire".
Il culmine in questo senso è stata una discussione avuta qualche mese fa con una collega di lavoro al call center. Alla mia affermazione secondo cui "Damiano si stava dando da fare per stabilizzare un buon numero di operatori telefonici", mi sono sentito rispondere dalla mia collega: "e chi è questo Damiano?"
... Ora: rendiamoci conto della situazione: un lavoratore che non conosce il Ministro del Lavoro è l'apice del disinteresse politico, oltreché una conferma di quanto vado affermando.
Sia chiaro: la mia critica non deve passare né per una manifestazione di alterità intellettuale o politica né altresì per un attacco gratuito rivolto alla collega in questione, che rappresenta solo un esempio fra tanti, questa è solo una realtà di fatto che testimonia cosa sia diventata l'Italia oggigiorno: una nazione di gente che conosce maggiormente i partecipanti ad AMICI di Maria de Filippi rispetto alle più alte cariche istituzionali. Vanno fatti gli opportuni distinguo, perchè non amo generalizzare e devo ammettere che mi è capitato anche di avere discussioni interessanti con altri colleghi all'interno del call center, ma la realtà che prevale è quella pocanzi descritta.
Auspico in futuro un maggiore interesse verso la politica da parte degli operatori telefonici, e di tutti i lavoratori italiani in generale... ma non un interesse nei confronti della politica del talk show a cui si assiste quotidianamente facendo zapping col telecomando, fatta di accuse e smentite da parte di una classe politica che mai come adesso in tutta la storia della Repubblica Italiana è stata distante dai cittadini.
Occorre piuttosto spegnere la TV, in mano oramai ad una sola persona,sia per quanto riguarda la TV privata che per quella di Stato (la famosa intercettazione telefonica Berlusconi - Saccà che si trova pure su YouTube ne è testimonianza inconfutabile) e occorre documentarsi maggiormente attraverso Internet, un media che proprio perchè a disposizione di tutti permette ancora alle idee di poter circolare liberamente (sia chiaro, esistono forme di censura anche in questo senso attraverso restrizioni apportate ai motori di ricerca in mano anch'essi ad alcune lobby di potere, ma rispetto all'informazione televisiva odierna lo scarto in termini di veridicità e imparzialità della notizia è netto).
Concludo citando Bersani, non il Ministro cosa che sembrerebbe più logica dato l'argomento trattato, bensì il cantante bolognese, che in una canzone presente nel suo ultimo album afferma: "noi siamo portatori sani di sicuro precariato"... ecco, io spero che spegnendo la TV e accendendo il cervello, gli italiani possano esserlo sempre meno.
UN OPERATORE TELEFONICO
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A. A. A. Call center cerca operatori da maltrattare
Siamo riusciti a convincere una persona che lavora in un call center, dove si usano metodiche disciplinari quanto meno discutibili, a concederci un intervista, seppur in maniera anonima.
Il quadro che ne viene fuori è agghiacciante.
Per motivi che vanno oltre il nostro potere e volere, abbiamo dovuto interrompere la proiezione del video.
Non appena possibile,rimetteremo in linea il video,in modo tale che tutti vengano a conoscenza di quali siano i maltrattamenti subiti dagli operatori nel call-center misterioso.
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- Due generazioni a confronto -Rosy e Cristian,madre e figlio nello stesso Call center -
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La rubrica del cuore di M.M.
I commenti riportano svariate tematiche,tutte prevalentemente a sfondo "HOT -HOT-HOT"
Consigliamo ai lettori di pensarci due volte prima di visitare questo post.
Relazioni fra colleghi,storie buffe,litigi,e chi ne ha più ne metta.
Quante se ne vedono,e di quante se ne parla ma soprattutto sparla alle spalle!
Avete storie da raccontare? Aneddoti?
Tiratele fuori e scrivetele.
Ma soprattutto,avete qualche domanda,qualche problema vi attanaglia?
Postatemi la domanda,prontamente vi darò una risposta.
Ve lo dice precariola 59 commenti
Siete precari? Non ditelo mai alle ragazze !
Un urologo di Firenze ha affermato che la condizione
«Sono un bohemien». Presentate il vostro lato
Ora, per equità, attendo con ansia uno studio sugli effetti